Il Radiologo Interventista è un medico specialista in Radiodiagnostica e Radiologia Interventistica che utilizza le immagini radiologiche, come la radiografia, la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (RM) e l'ecografia, per eseguire interventi mini-invasivi.
L'utilizzo delle immagini radiologiche durante l'intervento consente di visualizzare gli strumenti chirurgici, e i tessuti e gli organi sui quali si lavora, senza la necessità di effettuare accessi chirurgici invasivi, limitando al minimo il danno all'organismo e velocizzando i tempi di recupero.
Come diventare Radiologo Interventista in Italia
Durante la sua formazione, il radiologo interventista acquisisce conoscenze avanzate sulle tecniche di imaging e sviluppa competenze specifiche per eseguire interventi minimamente invasivi guidati dalle immagini radiologiche.
In Italia, per diventare radiologo interventista, è necessario seguire un percorso formativo specifico:
Laurea in Medicina e Chirurgia. Il primo requisito è, chiaramente, conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia.
Specializzazione in Radiodiagnostica. Successivamente, è necessario superare il test d'ingresso ed accedere nella Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica. In Italia, attualmente, la scuola di specializzazione è la stessa per la Radiodiagnostica e per la Radiologia Interventistica (il titolo è unico), mentre in altri Paesi le due discipline prevedono percorsi formativi separati. La Specializzazione in Radiodiagnostica ha una durata di 4 anni, e prevede una formazione approfondita nell'interpretazione delle immagini radiologiche, quali radiografia, TC, RM, ecografia. Durante la specilizzazione in radiodiagnostica, i medici che vogliono intraprendere la carriera interventistica dedicano la loro formazione all'acquisizione delle competenze tecniche e teoriche specifiche della materia, anche e soprattutto lavorando in Sala Angiografica con la tutela e la guida di Radiologi Interventisti formati ed esperti.
Ulteriori formazioni specifiche post-specializzazione. Dopo aver completato la specializzazione in Radiodiagnostica, è possibile seguire percorsi di formazione specifici per consolidare le proprie competenze interventistiche. Questi percorsi possono includere corsi di formazione post-laurea, fellowship o master dedicati alla radiologia interventistica.
Pratica clinica e aggiornamento continuo. Una volta acquisite le competenze specialistiche, è importante acquisire esperienza pratica e continuare ad aggiornarsi sulle nuove tecnologie, procedure e sviluppi nell'ambito della radiologia interventistica. Questo può essere raggiunto attraverso la pratica clinica, partecipando a corsi di formazione continua, conferenze scientifiche, corsi specifici, ecc.
Cenni storici sulla Radiologia Interventistica
La Radiologia Interventistica ha una storia piuttosto lunga, che risale agli anni '60 del XX secolo. I raggi X erano già ampiamente utilizzati per scopi medici, ma in quegli anni i progressi nella tecnologia delle immagini radiologiche e dei materiali hanno consentito di eseguire le prime procedure radiologiche mini-invasive, inizialmente con scopi puramente diagnostici (ad esempio l'iniezione di mezzo di contrasto direttamente nelle arterie per studiare, in tempo reale, la vascolarizzazione cerebrale).
Dopo le primissime fasi, le procedure radiologiche invasive sono state utilizzate anche per scopi terapeutici, con tecniche ed indicazioni che si sono enormemente evolute ed ampliate nel corso degli anni, seguendo l'esplosivo avanzamento tecnologico che caratterizza la nostra epoca.
Oltre che dalla disponibilità di innovative tecniche di imaging, grandissimo impulso alla Radiologia Interventisticac è stato dato dallo sviluppo di materiale dedicato e specifico, sempre più performante, sicuro ed affidabile, come stent biliari/venosi/arteriosi, cateteri vascolari e cateteri di drenaggio, cateteri con pallone per angioplastica, fili guida, introduttori vascolari, aghi per ablazione delle masse tumorali con tecnologia sempre più sofisticata, microonde/radiofrequenze/crioterapia, ecc.
La ricerca di nuovi materiali, interventi ed indicazioni è sempre in corso, per gli importanti risultati clinici che la radiologia interventistica ha già ampiamente dimostrato sul campo, e anche per le notevoli potenzialità che ancora rimangono da esplorare.
Ruolo del radiologo interventista
Il radiologo interventista lavora a stretto contatto con le altre specialità mediche, come l'oncologia, la pneumologia, la chirurgia, la medicina d'urgenza e molte altre, in urgenza ed in elezione, per fornire una valutazione precisa della patologia ed offrire un trattamento mini-invasivo, quando possibile.
Il radiologo interventista, infatti, può potenzialmente eseguire interventi su tutto il corpo, sia endovascolari che extravascolari, sempre con tecniche mini-invasive ma ad elevato impatto, come ad esempio biopsie polmonari/epatiche/renali guidate dalle immagini, il posizionamento di cateteri di drenaggio, l'ablazione percutanea di masse tumorali, la gestione delle complicanze vascolari (es. sanguinamento post-chirurgico), l'inserimento di catetere venosi vascolari (es. CVC, port-a-cath, PICC) e molte altre procedure diagnostiche e terapeutiche.
Pertanto, le competenze del radiologo interventistia devono essere ampie e multidisciplinari, e richiedono molta preparazione ed un aggiornamento continuo.
Alcuni esempi di procedure intravascolari includono:
Angioplastica: l'uso di palloncini o stent per aprire e dilatare i vasi sanguigni occlusi o stenotici.
Embolizzazione: l'inserimento di particelle o agenti coagulanti per bloccare o ridurre il flusso sanguigno verso tumori o malformazioni vascolari.
Trombectomia: la rimozione dei coaguli di sangue dai vasi sanguigni utilizzando strumenti speciali guidati dalle immagini.
Chiusura di fistole artero-venose: l'occlusione delle comunicazioni anormali tra arterie e vene.
Le procedure extravascolari includono:
Biopsie guidate dalle immagini: per l'ottenimento di campioni di tessuto per analisi diagnostiche.
Ablazione masse tumorali: l'uso di energia termica (come radiofrequenza o microonde) per distruggere i tumori in modo selettivo.
Drenaggio percutaneo: inserimento di un catetere per rimuovere liquidi o pus da cisti, ascessi o altri tipi di raccolte fluide/sovrafluide.
Posizionamento intracorporeo di dispositivi medici di vario genere: l'inserimento di cateteri, stent o filtri per il trattamento di condizioni come l'insufficienza venosa o l'occlusione delle vie biliari.
L'obiettivo del radiologo interventista, quindi, è quello di utilizzare le immagini radiologiche per diagnosticare e trattare una vasta gamma di condizioni mediche in modo efficace e sicuro, riducendo al minimo gli interventi chirurgici invasivi e migliorando i risultati per i pazienti.
La radiologia interventistica, rispetto ad approcci chirurgici più invasivi, utilizza piccole incisioni o punture cutanee per accedere alle aree del corpo da trattare. Questo riduce notevolmente il trauma per il paziente, la durata della degenza ospedaliera e il tempo di recupero post-operatorio. Inoltre, molte procedure di radiologia interventistica possono essere eseguite in regime ambulatoriale, consentendo ai pazienti di tornare a casa lo stesso giorno.
In conclusione, i radiologi interventisti sono medici specialisti in radiodiagnostica e radiologia interventistica che eseguono una vasta gamma di procedure diagnostiche e terapeutiche mini-invasive, sia intravascolari che extravascolari, utilizzando le immagini radiologiche per guidare le loro azioni e migliorare la precisione e la sicurezza dei trattamenti, riducendo al minimo l'invasività dell'intervento.
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