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Immagine del redattoreFrancesco Bruno Tagliaferro

Embolizzazione dei fibromi uterini (UFE)

Aggiornamento: 3 ago 2023

L'embolizzazione dei fibromi uterini è una procedura mini-invasiva, eseguita in anestesia locale, che ha come obiettivo la riduzione delle dimensioni dei fibromi uterini per mezzo dell'occlusione (embolizzazione) delle arterie uterine. Questo consente di ridurre il flusso dei sangue ai fibromi uterini e ne determina quindi una ischemia controllata, con conseguente riduzione delle dimensioni (fino anche alla scomparsa.)

L'embolizzazione dei fibromi uterini è una valida alternativa alla rimozione dell’utero (isterectomia) o alla resezione chirurgica del fibroma (miomectomia).


I FIBROMI UTERINI


I fibromi uterini, conosciuti anche come leiomiomi, sono neoformazioni solide benigne che originano dalla parete muscolare uterina (miometrio), formate da cellule muscolari lisce e tessuto connettivo.



I fibromi uterini sono molto comuni nella popolazione femminile, infatti interessano il 25% delle donne in età fertile e fino al 70% delle donne di età superiore a 50 anni.


Sono multipli nei due terzi dei casi e hanno dimensioni estremamente variabili, da pochi mm a diverse decine di cm.


In base alla localizzazione sono classificati come:


  • INTRAMURALI: i più comuni. Si sviluppano all’interno della parete uterina.

  • SOTTOMUCOSI: i meno frequenti (5%) e i più problematici. Spesso ulcerati e sanguinanti, si associano a menorragia e infertilità. Si sviluppano a ridosso dell’endometrio e possono protrudere nella cavità uterina.

  • SOTTOSIEROSI: sessili o peduncolati, si sviluppano al di sotto della sierosa dell’utero, del quale possono alterare il profilo

Alcuni fibromi, inoltre, possono essere peduncolati, quando si sviluppano verso l'esterno o l'interno dell'utero e sono fissati ad esso attraverso un sottile filamento, detto appunto peduncolo

I SINTOMI


  • Dolore pelvico

  • Menorragia/menometrorragia: cicli mestruali particolarmente intensi e/o lunghi con aumento della perdita ematica fino a quadri di anemia ferropriva

  • Sintomi urinari (urgenza, incontinenza) per effetti compressivi sulla vescica

  • Sintomi intestinali, per gli effetti compressivi sull’intestino

  • Ureteropielectasia, per compressione degli ureteri

  • Dispareunia (sensazione dolorosa durante i rapporti sessuali)

  • Senso di peso pelvico

  • Infertilità (fibromi submucosali)


Nella maggior parte dei casi i fibromi uterini sono del tutto asintomatici!



LA DIAGNOSI



ECOGRAFIA

Esame di I livello nello studio delle masse pelviche. L’approccio transvaginale è il più accurato.


I fibromi non complicati sono generalmente ipoecogeni, ma possono essere isoecogeni o addirittura iperecogeni rispetto al miometrio normale.


Le calcificazioniappaiono come focolai ecogeni con cono d'ombra posteriore.


Si possono osservare aree cistiche anecogene di necrosi o degenerazione.



RISONANZA MAGNETICA

T2 sagittale

La risonanza magnetica non è generalmente richiesta per la diagnosi, ad eccezione dei casi complessi. È, tuttavia, la modalità più accurata per rilevare, localizzare e caratterizzare i fibromi.


Le caratteristiche del segnale sono variabili e includono:


T1

  • i fibromi non degenerati e le calcificazioni appaiono di intensità da bassa a intermedia rispetto al miometrio normale

  • caratteristico segnale T1 elevato

T2

  • i fibromi non degenerati e le calcificazioni appaiono ipointensi

  • i fibromi che hanno subito degenerazione/necrosi cistica possono avere un aspetto variabile, ma sono di solito iperintensi in T2

  • la degenerazione ialina appare ipointensa in T2

  • anche la degenerazione cistica, che è uno stadio avanzato dell'edema intratumorale, appare iperintenso in T2 e non prende contrasto

T1 + contrasto

  • potenziamento variabile dopo somministrazione di contrasto


EMBOLIZZAZIONE DEI FIBROMI UTERINI (UFE)


L'embolizzazione dei fibromi uterini è una procedura mini-invasiva, eseguita in anestesia locale, che mira ad occludere le arterie uterine (dall'interno) per ridurre il flusso ematico ai fibromi uterini. Lo scopo è quello di causare un'ischemia controllata dei fibromi che ne determini una riduzione volumetrica, fino alla completa scomparsa, con conseguente riduzione dei sintomi.


INDICAZIONI


L'UFE è indicata in caso di

  • Fibromi uterini sintomatici

soprattutto quando i fibromi sono multipli, piccoli, e causano menorragia in pazienti non desiderose di gravidanza.


CONTROINDICAZIONI


Assolute

  • Gravidanza

  • Patologie neoplastiche maligne ginecologiche

  • Infezioni uterine o annessiali in atto

Relative

  • Allergia al m.d.c

  • Coagulopatie

  • Insufficienza renale


COME SI ESEGUE L'EMBOLIZZAZIONE DEI FIBROMI UTERINI


L’embolizzazione dei fibromi uterini è una procedura mininvasiva eseguita in anestesia locale. In sala operatoria angiografica, in ambiente rigorosamente sterile, il paziente è collocato in posizione supina sul tavolo operatorio e viene preparato come per qualsiasi altro intervento (tricotomia, disinfezione cutanea, preparazione del campo operatorio, ecc.).


Il Radiologo Interventista, dopo aver eseguito l’anestesia locale, effettua una puntura arteriosa ecoguidata dell’arteria femorale comune (destra o sinistra o entrambe), a livello dell’inguine, ed inserisce un introduttore vascolare, una cannula plastica del diametro di pochi millimetri dotata di una valvola antireflusso che consente di lavorare in arteria senza fuoriuscita di sangue.


Dopo aver inserito l’introduttore, senza ulteriori tagli, il Radiologo Interventista, guidato dalle immagini ottenute in corso d’opera grazie all’utilizzo dei raggi X, naviga all’interno delle arterie della paziente tramite piccoli cateteri (tubicini di varia morfologia) e posiziona un microcatetere (del diametro millimetrico) nelle arterie che vascolarizzano l'utero; qui rilascia in maniera superselettiva delle micro-particelle che permettono di occludere (embolizzare) i vasi deputati alla vascolarizzazione dell'utero, e quindi dei fibromi.


Arteriografia uterina. a) pre-embolizzazione. b) post-embolizzazione

DOPO LA PROCEDURA


Finita la procedura, i cateteri arteriosi vengono rimossi e l’accesso arterioso viene chiuso per evitare sanguinamenti, senza il bisogno di applicare alcun punto di sutura, in quanto nessuna incisione chirurgica è stata eseguita.


Una volta finita la procedura la paziente rientra in reparto, con adeguata terapia antidolorifica.


La dimissione avviene dopo 24 ore dalla procedura.


RISULTATI


L’interruzione del sanguinamento e un sostanziale miglioramento della sintomatologia dolorosa si ottengono in oltre il 90% dei casi

Si conseguono ottimi risultati anche sulla sintomatologia compressiva sugli organi vicini (es. vescica o intestino)

Nelle pazienti sterili a causa dei fibromi, la percentuale di successo di una gravidanza è del 50% dopo la procedura


VANTAGGI E SVANTAGGI RISPETTO ALLA CHIRURGIA


Vantaggi

  • Minore invasività e minori rischi operatori (nessun taglio chirurgico, anestesia locale)

  • Minori complicanze post-operatorie

  • Tempi di degenza inferiori (una sola notte)

  • Recupero più rapido delle normali attività quotidiane

  • L’utero viene preservato (come la miomectomia e a differenza dell’isterectomia)

Svantaggi

  • Maggiore persistenza di sintomatologia residua post-intervento

  • Maggiore incidenza di re-interventi (come la miomectomia)

  • Minore percentuale di gravidanze post-trattamento (50% UFE vs 70% miomectomia)


COMPLICANZE

Complicanze minori

  • Ematomi nel sito di accesso arterioso

  • Dolore transitorio

  • Sindrome post-embolizzazione

Complicanze maggiori

  • Tromboembolismo venoso, scongiurato con apposita terapia eparinica

  • Espulsione del fibroma. il rischio è maggiore per i fibromi sottomucosi

  • Insufficienza ovarica con amenorrea (menopausa precoce, in caso di embolizzazione ovarica bilaterale)

  • Infezioni, trattate con terapia antibiotica




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