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Immagine del redattoreFrancesco Bruno Tagliaferro

Tumore della prostata: Epidemiologia, Diagnosi e cenni di Terapia

Aggiornamento: 4 ott

Il tumore della prostata è il secondo tumore più frequente nella popolazione maschile.


Ci sono tre fattori di rischio ben riconosciuti per il tumore prostatico:

  • l'età avanzata

  • la predisposizione genetica

  • l'origine etnica

Attualmente non esistono evidenze scientifiche di alto livello che identifichino misure preventive in grado di ridurre il rischio di sviluppare un tumore prostatico.


Il tumore prostatico rappresenta il 22% di tutte le neoplasie dopo la quinta decade di vita ed è il terzo tumore per mortalità in Italia, determinando l’8% di tutte le morti per neoplasia, relativamente agli uomini.


L'aspettativa di vita è progressivamente salita, e adesso è del 92% a cinque anni; questo incremento è stato principalmente determinato dal miglioramento delle capacità diagnostiche, che ha consentito di anticipare la diagnosi (stadio pre-clinico) e, pertanto, ha consentito di anticipare la terapia, rendendola di fatto più efficace.


La diagnosi del tumore prostatico


Esplorazione rettale
Esplorazione rettale

Il tumore della prostata viene in genere sospettato a seguito di una esplorazione rettale e/o per elevati livelli di PSA.


La diagnosi definitiva è sempre istologica. Pertanto, nel sospetto di una neoplasia prostatica, la biopsia della prostata è mandatoria.


Prima di procedere ad una biopsia prostatica, la RM multiparametrica della prostata è fortemente raccomandata. Questa, infatti, ha un elevatissimo potere predittivo negativo, vale a dire che se la RM è negativa, è altamente improbabile che ci sia una neoplasia prostatica, e se il sospetto clinico è basso, la biopsia può essere eventualmente evitata. Viceversa, se la RM mostra delle aree sospette, le immagini possono essere utilizzate per eseguire un prelievo mirato delle lesioni, incrementando quindi la precisione del prelievo bioptico.


L'ecografia, transrettale e sovrapubica, non ha alcun ruolo nella diagnosi del tumore prostatico, nè può essere utilizzata come strumento di screening. Se l'ecografia mostra una o più aree sospette per neoplasia, queste andranno comunque confermate con la Risonanza. Se invece l'ecografia è negativa, questo risultato non potrà essere ritenuto soddisfacente, poichè la metodica non è ebbastanza potente. In caso di sospetto si deve comunque eseguire una RM.


Per ciò che riguarda la biopsia prostatica, qualora ce ne fosse l'ìndicazione, le linee-guida delle Società Scientifiche internazionali definiscono la biopsia prostatica con tecnica fusion (RM + ECO) come l'approccio più affidabile tra le varie tecniche bioptiche ancora in uso.


Per una trattazione più approfondita delle tecniche diagnostiche si rimanda agli articoli specifici.





Stadiazione e grading


Per la stadiazione clinica del tumore della prostata viene utilizzata la classificazione TNM (Tumor Node Metastasis) del 2017. Qui si riporta la tabella delle lineeguida della società europea di urologia del 2022, le più recenti:


Il grading istopatologico del tumore prostatico è definito dallo score di Gleason, che assegna un punteggio da 1 a 5 in base al grado rilevato della patologia neoplastica (1 cellule normali, 5 tumore avanzato). Per ottenere lo score, è necessario sommare il punteggio dei pattern tumorali più rappresentati. Il numero ottenuto è lo score di Gleason (es. 4+4 = Gleason 8). Se i punteggi sono diversi, si scrive per primo quello maggiormente rappresentato (es. 7 può essere 3+4 o 4+3).


Il più recente grading ISUP assegna un grado da 1 a 5 ai pattern tumorali, differenziando, in buona sostanza, il Gleason 7 3+4 da quello 4+3, quest'ultimo assegnato ad un grado superiore.












Cenni di terapia


Il trattamento del tumore alla prostata dipende da diversi fattori, tra cui lo stadio del tumore, la sua aggressività, lo stato di salute generale del paziente e le sue preferenze personali.


Ecco un elenco, non esaustivo e solo esemplificativo, delle opzioni terapeutiche comuni per il tumore alla prostata (si consiglia di fare SEMPRE riferimento al proprio medico di fiducia per intraprendere il percorso più indicato)


  1. Sorveglianza attiva: questo approccio viene solitamente adottato per i tumori alla prostata a crescita lenta o per i pazienti anziani con problemi di salute che potrebbero non richiedere un trattamento immediato. Durante la sorveglianza attiva, il medico monitora attentamente il tumore con esami periodici (ad esempio, esami del sangue per il dosaggio del PSA e biopsie prostatiche) per valutare la sua progressione. Se il tumore inizia a crescere o peggiorare, si può passare ad altri trattamenti.

  2. Chirurgia: la prostatectomia radicale è un intervento chirurgico in cui viene rimossa l'intera prostata e i tessuti circostanti. Questa procedura viene spesso raccomandata per i tumori alla prostata confinati nella ghiandola e non metastatici. Può essere eseguita tramite un'incisione addominale tradizionale o con l'ausilio di tecniche meno invasive come la prostatectomia laparoscopica o la prostatectomia robotica.

  3. Radioterapia: questa opzione terapeutica utilizza raggi ionizzanti ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Può essere somministrata esternamente (radioterapia a fascio esterno) o internamente (brachiterapia), che coinvolge l'inserimento di piccole sorgenti radioattive direttamente nella prostata. La radioterapia può essere utilizzata come trattamento primario o come complemento alla chirurgia.

  4. Terapia ormonale: poiché il testosterone stimola la crescita delle cellule tumorali della prostata, la terapia ormonale mira a ridurre i livelli di testosterone nel corpo. Questo può essere fatto attraverso l'uso di farmaci che bloccano la produzione di testosterone o che impediscono ai recettori di testosterone di legarsi alle cellule tumorali. La terapia ormonale può essere utilizzata come trattamento primario o come complemento ad altri trattamenti come la chirurgia o la radioterapia.

  5. Chemioterapia: viene utilizzata principalmente quando il tumore alla prostata è metastatico e non risponde ad altri trattamenti. La chemioterapia utilizza farmaci per uccidere le cellule tumorali o rallentarne la crescita.

  6. Crioterapia: la crioterapia è una procedura terapeutica che utilizza il freddo estremo per distruggere le cellule tumorali della prostata. Viene utilizzata come opzione di trattamento per il tumore prostatico in alcuni casi selezionati.


È importante sottolineare che le opzioni terapeutiche possono variare a seconda delle circostanze individuali del paziente. La scelta del trattamento migliore deve essere basata su una valutazione accurata del caso da parte di un team medico specializzato, che tiene conto dei fattori clinici, delle preferenze del paziente e delle potenziali complicanze o effetti collaterali dei diversi approcci terapeutici.

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